FRAMMENTI DI UN DISCORSO DEI LUOGHI COMUNI                 

LETTERA [ A ] -   ARMI - DISARMO





Quando ero poco più che adolescente, col fervore degli adolescenti, discutevo in modo animato con mio padre sulluso delle armi. Sostenevo che era giusto che lItalia rinunciasse ad avere un esercito perchè la guerra era il MALE e faceva MALE. Mio padre, come nelle sue abitudini, in modo pacato, mi faceva notare che in questo modo saremmo stati preda di Paesi più forti e bellicosi. Aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, dove aveva perso suo fratello e sapeva di cosa parlava; in più non era uno sprovveduto ma un uomo di cultura, che oltre ad aver studiato aveva anche avuto tempo di approfondire e riflettere. Con lo spirito arrogante tipico di molti adolescenti rispondevo alle sue riflessioni storiche solo con argomenti di tipo moralistico. La discussione finiva perchè io non riuscivo ad andare oltre laffermazione che se nessun Paese inizia allora non si estirperà mai il MALE della guerra.
Ho impiegato molti anni per entrare negli argomenti di mio padre che, per la loro semplicità, non potevano non essere il punto di partenza di una riflessione seria. Ho impiegato molti anni e avendo imparato la lezione di mio padre ho deciso di andare oltre, senza limitarmi al senso che aveva il suo argomento. Il punto di partenza doveva essere dunque storico e non moralistico.
Ero un ottimo studente sia al Liceo sia allUniversità, eppure lapproccio era veramente ingenuo, come se la storia non avesse dimostrato che il sacrificio di milioni di persone aveva permesso a me, alla mia famiglia e ai miei amici di vivere in uno stato di serenità. I francesi chiamano quel periodo Les trentes glorieuses, trenta anni di pace e benessere che hanno caratterizzato lEuropa grazie anche allalleanza con gli Stati Uniti.
Sono partito da queste reminiscenze personali perchè da qualche anno vedo e sento persone, gruppi politici che in modo baldanzoso e guerriero si lanciano contro gli Stati che militarmente si impegnano per garantire le nostre libertà di fronte agli attacchi provenienti soprattutto dal mondo religioso che inneggia alla morte. Non parlo solo dellISIS o di Al QUAEDA, ma anche di Stati come lIran e altri di fede musulmana che hanno dichiarato pubblicamente e scritto anche nei libri di scuola che Israele è un cancro e che dovrà scomparire dalla faccia della terra.
Larroganza, la mia come la loro, nasce sempre dallignoranza. Con la differenza che la mia riguardava solo la mia persona, mentre quella attuale coinvolge interi popoli disorientandoli, confondendoli, rendendoli deboli e fragili prede: chi pecora si fa, lupo se la mangia.
Due sono i grandi sostenitori della lotta non solo contro la guerra, ma contro le armi e il loro uso. Tema questultimo emerso grandemente in Italia negli ultimi mesi per la legittima difesa in occasione di tentativi di furti e rapine.
I primi sono quelli che per motivi religiosi, cioè i cristiani, vogliono estendere al mondo intero il porgi laltra guancia, per cui la pace, la non violenza sono dei valori assoluti che devono avere il sopravvento su ogni altro tipo di valutazione. Insistono, come ha fatto Papa Francesco di recente, a diffamare luso e la produzione di armi, dimenticando che Gesù è sceso in terra per mescolarsi tra gli uomini, diventando uomo lui stesso. Il Cristianesimo si differenzia dalle altre religioni perchè non rinuncia a fare i conti con quelle che sono le dinamiche propriamente umane, non a caso il peccato è originale e si ripete regolarmente. Se Dio è nella storia esso rappresenta unidea di redenzione e di superamento, ma unidea che deve fare i conti con la storia stessa e con luomo stesso. Evero che i primi secoli del Cristianesimo hanno visto il trionfo del martirio, ma poi la Chiesa si è ben adeguata alle caratteristiche del mondo. Fortunatamente. Così è stata possibile la Reconquista in Spagna (Los reyes catolicos) e la sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna (i cattolicissimi polacchi, gli Jagelloni). Se i Pontefici e i Re cattolici avessero seguito le parole di Papa Francesco oggi saremmo tutti devoti islamici: per fortuna essi sapevano bene cosa fare. In occasione delle due guerre mondiali i cappellani militari sono stati in prima fila a sostenere i soldati come esseri umani, sapendo che la guerra è una brutta cosa ma spesso è una necessità e che portare il conforto della fede alle persone, ovunque impegnate, è carità cristiana.
I secondi sono gli eredi del comunismo, il regime autodichiaratosi sempre il più pacifico perchè la guerra è solo il frutto del capitalismo, del denaro, della borghesia (sembra di sentire Sua Santità). Sono gli ecologisti e i post-ecologisti. Sono quei laici che non si sono mai sporcati le mani nè vogliono sporcarsele: hanno rimosso che il loro personale benessere si erge su montagne di cadaveri. Sono quei laici, fortissimi in Italia e in Francia, che sparano (metaforicamente) contro gli Stati Uniti, dimenticando il contributo che gli Americani hanno dato perchè Imperi, Nazismo, Comunismo uscissero dalla faccia della terra e dalle menti di tante persone. Sono quei laici che ragionano col senno di poi, per cui Al Quaeda, Isis, i conflitti in Irak sono il frutto del militarismo americano non della jihad islamica o del conflitto mondiale e storico tra islamici sunniti e islamici sciiti. E così visto che luccisione di Bin Laden non ha fermato gli estremisti era sbagliata la guerra contro Al Quaeda. Se gli americani intervengono sbagliano perchè sono guerrafondai, ma se non intervengono sbagliano perchè si disinteressano dei civili inermi.
E così via, si potrebbe continuare.
Passiamo ora a parlare delluso delle armi. Premesso che in Italia dove luso delle armi ad opera di privati è fortemente regolato e sotto duro controllo, il luogo comune diffuso e autodiffondentesi come i pollini dei pioppi è quello per cui negli Stati Uniti si uccide tantissimo e in modo indiscriminato perchè (Obama dixit) è più facile comprare unarma piuttosto che un libro.
Vediamo ciò che non si dice. Le informazioni seguenti sono tratte da un lungo articolo di Massimo Piattelli Palmarini, professore di Scienze cognitive allUniversità dellArizona.
Sulla facilità di procurarsi un’arma. Già da molti anni, chiunque acquisti un’arma da un armaiolo patentato, ovunque negli Stati Uniti, viene sottoposto a un controllo presso la FBI (esiste un numero telefonico apposito), garantendo la pulizia di quella che in italiano si chiama la fedina penale. Non solo, ma, per ogni arma, l’acquirente deve riempire un formulario, giurando di non avere precedenti penali, di non essere stato accusato di violenze private, di non acquistare l’arma per un’altra persona non abilitata e una quindicina di altre voci. Le sanzioni per chi giura il falso sono severissime. In California, deve passare almeno un mese tra tali verifiche e la consegna fisica dell’arma. E’ vero che si possono acquistare armi per internet, ma esse non vengono mai spedite a domicilio, vengono solo spedite a un armaiolo con licenza federale, il quale provvederà a tutti i controlli, prima di consegnarle. Esiste una sola scappatoia: la vendita di unarma da un privato a un altro privato durante una delle frequentissime fiere delle armi (gun show), ma solo in certi Stati.  A questo si oppone una vasta inchiesta, effettuata tre anni or sono dalla NRA (National Rifle Association), tra detenuti che hanno perpetrato delitti con armi da fuoco. Solo lo zero virgola otto per cento di questi si era procurato larma del delitto a una fiera. Un numero assi striminzito.
Sul numero dei delitti. Un dato (verificato nelle statistiche della FBI) che i benpensanti non citano mai, è che i delitti con arma da fuoco sono più che dimezzati negli ultimi ventanni circa, mentre la vendita di armi è circa triplicata. La NRA sostiene che ci sia un rapporto causale (i malviventi sanno che è ora più alta la probabilità di penetrare in unabitazione con armi, o imbattersi in una potenziale vittima che porta una pistola), ma probabilmente le cause sono altre: miglioramento del tenore di vita e del tasso di scolarità, maggiori possibilità di lavoro per le minoranze, polizia più numerosa ed efficiente. I benpensanti, ad ogni modo, evitano di citare questo dato. Così come evitano di citare che Chicago ha il triste primato del massimo numero di omicidi con arma da fuoco, a dispetto della legislazione più restrittiva dellintera nazione.
Sulla prevenzione. Un dato, purtroppo, fondamentale. Molti dei recenti terribili episodi di sparatorie che hanno ucciso tanti innocenti sarebbero stati sventati da interventi decisi, preventivi, di tipo psichiatrico. I loro autori erano stati diagnosticati come infermi mentali, ma niente fu fatto. Il buonismo americano, la protezione della privacy, qui si trovano di fronte a un dilemma apparentemente irrisolvibile: tuonare contro il possesso di armi, ma rifuggire da qualsiasi intervento preventivo a carico degli squilibrati. Gli anni a venire ci diranno quale soluzione sarà trovata.
 Negli Stati Uniti, grazie anche al Secondo Emendamento, che è la base costituzionale per il porto darmi, tantissimi sono gli appassionati di armi e sempre di più sono le donne. Una passione come altre. In Italia solo nel 2015 la passione per i vari tipi di ciclomotori ha provocato più di 1000 morti.
Daltra parte chi si procura armi per delinquere lo fa negli Stati Uniti come negli altri Paesi democratici soprattutto attraverso canali illegali. Se teniamo fuori i numerosi atti di terrorismo che hanno investito lEuropa, omicidi di massa ci sono stati anche in paesi apparentemente insospettabili: più di 20 anni fa un tale entrò nel Consiglio Comunale di Nanterre vicino Parigi e fece una strage; pochi anni fa un giovane nella avanzatissima Norvegia fece fuori un centinaio di ragazzi. Solo due esempi per affrontare largomento in modo serio.
Non occorre essere laureati o uomini di cultura per avere un approccio serio allargomento: basta evitare di dare ascolto agli imbonitori di riflessione e cercare nelle proprie conoscenze gli strumenti da usare per procedere a una ricostruzione per lo meno onesta.
La Bibbia ricorda i molti episodi sanguinosi nei primordi dellumanità, a partire -se non erro- dallomicidio di Abele da parte di Caino. E questi erano per di più fratelli.
Se invece di dar retta alla Bibbia ci ritroviamo in una visione evoluzionistica, allora sappiamo non solo che proveniamo dalle scimmie, ma che lorganizzazione delle società non è mai stata semplice e che colori di libertà e democrazia sono andati sviluppandosi nel corso di secoli e millenni.
Il punto di partenza deve essere dunque quello di fare i conti con la storia, quella reale non quella che ci piacerebbe: protagonista della Storia è sempre stato lessere umano che contrariamente a quello che pensava Rousseau non era nato buono e si era rovinato per colpa della società. Lessere umano è sempre stato qualcosa di complesso, come i recenti studi delle neuroscienze dimostrano, nè buono nè cattivo, nè pacifico nè bellicoso.
Scavi non più tanto recenti hanno dimostrato lesistenza del cannibalismo in società primitive (nellodierna Turchia): oggi solo qualche killer seriale lo pratica.
Fino al 1648 i conflitti religiosi erano allordine del giorno: oggi essi rimangono come prerogativa dei terroristi islamisti e, dentro lIslam, tra Sciiti e Sunniti.
Il numero delle nazioni democratiche è cresciuto in misura impensabile solo 30 anni fa e questo fa sì che il rischio di conflitti tra loro sia quasi nullo.
Non esistono scorciatoie, tanto meno di tipo moralistico, perchè la storia se ne frega ampiamente della morale: e la politica democratica è lunica risorsa. Potranno esserci errori e scelte politiche che si riveleranno sbagliate. Serviranno per un migliore agire futuro. Trial and error: è così che lessere umano è riuscito a sopravvivere e svilupparsi.


Commenti

  1. sono arrivato a questo blog attraverso il bel commento che lei ha fatto su Academia.edu a una discussione proposta dal prof. Carlo Ghiringhelli.
    Desideravo molto trovare delle riflessioni come le sue, per esempio sulle armi, perché sempre più mi danno fastidio le ideologie che vorrebbero calare in terra il Paradiso. A noi spetta solo preparalo, se è possibile.
    Ricordo anche io le discussioni con mio padre (che era un militare) sulle armi. Mi ci è voluto mezzo secolo per capirlo.
    Riprendo l'ultimo paragrafo che parla del moralismo.
    Il moralismo ha il limite di assolutizzare un valore, per esempio la pace o la salute, dimenticando il percorso difficile che anche a livello personale è necessario, come se prima di noi non fosse successo niente.
    Io trovo molto fastidioso anche l'imposizione delle proprie idee agli altri. Nessuno è già fatto, ma tutti hanno il dovere di educarsi e autoeducarsi, anche se in periodo come questi la tentazione dello scoraggiamento è forte e non si vedono vie di uscita.
    cordialmente
    Ugo Agnoletto

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  2. La ringrazio per le gentili parole. Sul mio sito www.emiliosisi.it può trovare tutto quello che ho scritto. Naturalmente non garantisco che Le possa interessare. Cordialmente.

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